Argomenti tabù, troppo inquietanti ? – 10 Novembre 2020
Un articolo appena pubblicato di Ayzad mi ha fatto fare una riflessione su un argomento che non mi è abituale e che non posso trattare su Facebook perchè è off limits:
https://www.ayzad.com/it/squick-sesso-paure-e-devianze/
Una riflessione di Ayzad che non mi aveva mai sfiorato, visto che non ho competenze né studi di psicologia, sono le motivazioni di un pedofilo: Ayzad mi svela che in alcuni casi si tratta di una incapacità ad accettare i modi e la fisicità dell’adulto, che è “corrotto” e non “puro”, “sincero” ed “incapace di mentire”. Questa incapacità ne fa degli esseri malati ma con una possibilità di riscatto, dei disadattati, non dei mostri. Sarà anche un ristretto numero tra questi soggetti, ma mi rivela che non sono tutti dei mostri inguaribili, da disattivare come una bomba, con pesanti farmaci che blocchino ogni sessualità, ma piuttosto persone da rieducare e recuperare alla fiducia ed alla comprensione degli altri adulti.
Nella mia lunga carriera kinky ho visto tante stranezze (tutte non è possibile perché sono infinite) ed alcune di cui la società civile tace impaurita e infastidita, oltre alla pedofilia, come ad esempio l’incesto, che se non direttamente, come relazione tra persone di età paragonabile ad un genitore ed un figlio, è abbastanza diffuso nel BDSM. Può essere il semplice desiderio di recuperate il rapporto genitoriale che si è perso o spezzato troppo presto, o qualcosa di più perverso, di Daddy e little girl (ma anche di Mommy e little boy) è pieno l’ambiente, con valenze molto variegate, ma quasi tutte comprendono il sesso, che solitamente è vissuto con quel contrasto tipico dell’adolescenza, tra tenerezza e perversità, stimolo erotico forte e tenera sensualità. Ma al di là di questo gioco codificato, esiste anche talvolta il desiderio di rompere il vero tabù, ed ho conosciuto madri che hanno fatto sesso con i propri veri figli, magari dopo averli sorpresi a masturbarsi, dominanti maschi e femmine che hanno comandato ai propri schiavi di fare sesso con i propri figli, dominanti che hanno intrattenuto una relazione sessuale contemporaneamente e contestualmente con una madre e la propria figlia. Credo che in questo campo, anche se non ne ho avuto diretta conoscenza, tutte le possibili permutazioni siano possibili ed avvenute. Onestamente non ne comprendo la genesi, anche se non ho alcun problema ad intrattenere una relazione sessuale con una femmina che per età potrebbe essere mia figlia, ma il rapporto che regola la parentela di sangue a me sembra inviolabile, ho sentito padri vantarsi della bellezza o di altre qualità della propria figlia o madri del proprio figlio, ma sono sicuro che mai avrebbero giustificato una relazione sessuale con loro, quindi mi sfugge e resta per me un mistero quale sia il discrimine.
Molto meno difficile da capire è invece il desiderio di stupro, da fare o da subire (per conoscenza delle persone, più da subire) che vedo più come un voler sovvertire le regole, molto psicologico, perché il volerlo riprodurre è in realtà solo teatro, venendo a mancare la sua caratteristica essenziale, la ferocia. Mi sembra più un permesso ad abusare quando in realtà non c’è nulla da abusare, trovo più onesta una gangbang dove tanti maschi fanno ogni tipo di penetrazione nei confronti di due/tre donne, per “riempirle” a ripetizione in ogni buco, come si suol dire.
Altra finzione che capisco poco è il desiderio di rapimento, che rispetto al semplice stupro comprende anche l’apparentemente violenta aggressione e costrizione contro la volontà, che sappiamo essere fasulla. Molto difficile da realizzare ed abbisogna di un team di persone, certamente per chi lo fa il gioco vale la candela, ma resta pur sempre una cosa teatrale e fasulla.
La sodomizzazione non la considererei nemmeno, perchè se negli anni 50 poteva essere ancora un tabù, anche se era già un modo alternativo di controllo delle nascite, ora direi che nemmeno tra i vanilla lo è più, e tantomeno nell’ambiente BDSM dove direi piuttosto che ogni dominante la pretende dalla propria schiava (quando non è la schiava che fa l’impossibile per ottenerla dal proprio dominante), tanto più che ormai la maggior parte delle donne (e persino molti maschi etero) hanno scoperto quanto sia divertente subirla.
Ci sono molte schiave che amano un certo senso di paura, come se non si potessero fidare al 100% del proprio dominante (sadico) gli anglosassoni le chiamano pain slut, che sono spesso masochiste e sono i principali soggetti dei giochi apparentemente violenti, di cui certamente l’apice è la tortura: molti degli strumenti del BDSM sono ispirati ad episodi di tortura reale del passato, dai più ingenui e naif sculacciatoi, di varia foggia e sofisticazione, che soddisfano le pulsioni violente ed erotiche più varie. Che però confluiscono tutte nella “punizione” più scollacciata e vergognosa del sub, femmina o maschio che sia, quella che mostri i rossi segni scandalosi di un piacere poco o tanto masochistico per chi li riceve e certamente feticistico e sadico per chi li fa. Essere legate e bloccate in una posizione esposta ed impossibilitate a difendersi o fuggire è certamente uno dei sogni delle pain slut ed un passatempo erotico estatico per un dominante, variamente feticista o/e sadico.
La tortura non è mai realmente tale. Ma trova spunto da quelle storiche, e può riguardare alcune parti del corpo particolarmente erotiche e desiderabili, come i seni, i glutei o il sesso, ed è eseguita e ricevuta dalle combinazioni più varie tra i sessi, in base alle proprie pulsioni etero o gay.
Oltre agli sculacciatoi sono strumenti di tortura classici la croce di sant’Andrea e la gogna, che solitamente non mancano mai in una festa BDSM, ma anche il tavolo di trazione ed il tavolo della cera, con qualche contaminazione più moderna come la ruota verticale ed il lettino ginecologico per il clinical.
Per un/una sub sottomettersi alla tortura soft da parte del proprio Padrone/Padrona è certamente un piacere che nelle feste si colora anche di esibizionismo, e per chi guarda di voyeurismo, ma questo ha poco a che vedere con il tema del mio scritto, che prende in considerazione solo le pratiche più proibite e spiacevoli, che ammiccano a torture vere e perfino alla morte, come gli snuff movies. Credo che questi ultimi siano più una leggenda che una realtà, ma certamente esistono e sono esistiti ambienti più esaltati che sono eccitati da questi eccessi, che è giusto ricordare, non fanno parte del BDSM.
Torniamo allora a quella “tortura” che si può comprendere nelle tematiche BDSM, e che però usa delle regole più ampie e sul filo del rasoio, quei giochi che chiamiamo edge play e che si eseguono a proprio rischio e pericolo nella configurazione PRICK=Personal Responsability in Informed Consensual Kink.
Per portare a termine il mio riassunto mi risulta certamente impossibile elencarli qui tutti, accennerò solo a quelli più comuni e conosciuti, come il breath play (troppo spesso mortale), la tortura dei seni e del sesso con spilloni e chiodi, la realizzazione di piercings, la scarification della pelle, la marchiatura-branding, di cui si sente ogni tanto parlare nell’ambiente. Altri li lascio alla fantasia ed alla responsabilità di chi si assume il rischio di effettuarli su una persona che al momento dà il suo consenso, ma visti i risultati talvolta negativi del gioco potrebbe ripensarci e denunciare…