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I protocolli nel BDSM

Il BDSM si rifà ai principi e alle tradizioni della cultura leather da cui è nato il BDSM “moderno”. Era un mondo prevalentemente gay, con rigidi protocolli sia all’interno delle singole relazioni D/s, sia -in maniera più estesa- nell’ambito della stessa comunità. I vari ruoli non venivano autoproclamati come succede oggi, c’era un vero e proprio concilio di “anziani” che valutava le candidature che spesso erano anche suffragate da veri e propri esami attitudinali.
Trattandosi di un mondo derivato direttamente da quello militare del secondo dopoguerra, era quindi un mondo in cui le gerarchie erano molto rigide.

 

Si considerano solitamente tre livelli di protocollo: basso protocollo (o protocollo sociale), protocollo formale ed alto protocollo.

 

Per capire cosa sia un protocollo, bisogna prima ricordare il perchè lo si usi. La ragione principale è la volontà da parte di un Dom/Master/Mistress di aumentare il livello di focus, attenzione e/o disciplina da parte di un/a sub/slave.

Il focus è quella caratteristica per cui il/la sub/slave impegnata in un protocollo formale è consapevole di quello che fa e del modo in cui lo fa. Ha ben chiaro come deve mantenere una determinata postura, come parlare, come reagire e così via. Deve controllare il proprio corpo, le proprie parole e, in una certa misura, i propri pensieri. Il focus significa avere quindi un controllo completo su sè stessi.

L’attenzione consiste nell’osservare e reagire prontamente agli input che arrivano dal proprio Dom/Master/Mistress. Il/la sub/slave non lasciarsi distrarre e deve essere pronto/a ad eseguire i comandi. Nel caso del protocollo formale, i comandi sono generalmente espressi in forma verbale, ma possono essere dati anche con dei gesti. E’ importante quindi che l’attenzione sia costante per evitare di non notare questi segnali.

La disciplina (e soprattutto l’auto-discipina) è un elemento essenziale per permettere di raggiungere e mantenere i livelli di controllo su sè stessi e di attenzione verso il proprio Dom/Master/Mistress richiesti dal protocollo formale. Proprio questo aspetto è quello più complicato da sviluppare ed è per questo che l’introduzione dei protocolli formali deve essere fatta gradatamente, seguendo lo sviluppo e la crescita del/la sub e la sua esperienza.

 

 

BASSO PROTOCOLLO

Possiamo così sintetizzare gli elementi caratteristici del basso protocollo o protocollo sociale:

 

E’ un continuo richiamo al servizio e alle sue responsabilità

Permette comportamenti informali, seppure con specifiche limitazioni

Prevede l’uso di posture, ordini e richieste in un modo invisibile e non intrusivo

A dispetto delle tentazioni offerte dai comportamenti rilassati, prevede una consapevolezza della responsabilità di quello che si sta facendo

Ad esempio anzichè salutare uno sconosciuto con un semplice “ciao”, usare un “Buongiorno/Buonasera/Benvenuto/a, piacere di conoscerla” eventualmente chiedendo se la persona gradisce passare ad un più colloquiale “tu”. In Italia siamo abituati ad “invadere” lo spazio personale altrui con molta più facilità: ci baciamo fra sconosciuti, ci tocchiamo braccia o spalle, etc. Tenete a mente che non tutte le persone però gradiscono questi contatti e che altre possono trovarlo addirittura offensivo.

 

PROTOCOLLO FORMALE

Fare un elenco dettagliato dei requisiti di un protocollo formale è complesso, anche perchè ci possono essere varianti dettate da gusti personali o da vincoli fisici delle persone coinvolte. In ogni caso l’uso di un protocollo formale è molto impegnativo anche da parte dei Dominanti.

Il/la sub/slave indossa il collare

Vengono utilizzate una serie di posizioni formali come l’attesa/riposo

Lo sguardo del/la sub/slave viene mantenuto verso il basso in segno di deferenza o, in alternativa, fisso di fronte a sè (di impostazione più militare)

In genere il/la sub/slave deve rimanere a breve distanza dal proprio Dom/Master/Mistress, senza però intralciarne i movimenti o l’interazione con altre persone

Il/la sub/slave deve richiedere il permesso per allontanarsi (es. andare in bagno)

Vengono usati sempre i termini onorifici ovvero i classici “Signore”, “Signora”, “Master”,  “Mistress”, “Sir”, “Miss”, “Madam” e così via.

Il tono della voce è sempre calmo e posato e sono vietati termini volgari o imprecazioni

Il dialogo/interazione con altre persone (siano essi Dominanti o sottomessi) è possibile dopo aver ricevuto il permesso

L’uso di sedie è arredi è possibile dopo aver ricevuto il permesso

L’abbigliamento del/la sub/slave può seguire determinate regole dettate dal Dom/Master/Mistress

Il/la sub/slave non inizia a mangiare/bere prima che lo abbia fatto il proprio Dom/Master/Mistress

 

ALTO PROTOCOLLO

Un esempio di alto protocollo è una cena femsub (ovvero dove sono ammesse solo sottomesse/slave femmine) in alto protocollo BDSM.

La parola d’ordine per le slave è: servire. E’ questo infatti lo scopo principale di una cena femsub, ovvero permettere a slave e Dominanti di focalizzarsi sul mantenere degli standard comportamentali alti durante tutto l’evento. Ecco quindi che la serata ha una serie di regole, che comprendono l’abbigliamento, la postura, i compiti, il modo di parlare e tanti altri aspetti della “vita da slave” durante un evento di questo genere. Topless, collare, scarpe con il tacco e niente intimo sono la divisa base per le slave, mentre ai Dominanti (uomini o donne) è richiesto un abbigliamento formale elegante. Durante la cena e dopo di essa, le slave dovranno dimostrare di conoscere le posizioni base, di saper affrontare e superare prove fisiche di vario tipo e di saper “fare squadra” perchè il loro compito è quello di assicurare che non vi siano mai intoppi o problemi durante il servizio.