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L’estetica della sculacciata e della frusta – 14 Giugno 2020

 

Qualcuno mi ha fatto notare che non sentiva il bisogno di leggere le mie elucubrazioni sulla pandemia, ma che invece avrebbe letto con piacere altre considerazioni sulla tecnica e sulle sensazioni che la mia materia preferita, l’arte della verberazione, poteva suggerire.

Stufo di pensare alla pandemia, parlerò quindi della mia interpretazione dell’estetica che viene sottintesa da quest’arte.

La configurazione della scena è sempre una parte essenziale del gioco BDSM, ognuno ne ha una visione personale che ricorda momenti o situazioni che hanno quasi sempre una importanza primaria nello scatenare la sensualità che si sta ricercando.

Così, per la spankee che ricerca la regressione all’infanzia è essenziale una mise o degli oggetti adatti all’età che si vuole rivivere, o magari che facciano riferimento a qualcosa vissuto in quell’età, come un battipanni o un cucchiaio di legno, che pure non sono per tutti  gli strumenti più adatti per godere con piacere di questa pratica.

Analogo discorso lo possiamo fare per frustini ippici o canes e varie verghe, per chi ha la fantasia per il periodo Vittoriano e le sue tipiche prurigini disciplinari mono/bisessuali.

Per le vere fruste, corte o singletail, dobbiamo invece rifarci a fantasie che derivano dal mondo delle punizioni più sanguinose e giudiziali, o alla Inquisizione, derubricandole a più miti strumenti e consigli, se vogliamo che siano un piacere e non una semplice ricerca di dolore per masochisti.

Va subito chiarito che io parlo di BDSM puro, consensuale senza sesso esplicito, quel gioco di eccitazione e dolore che sembra sempre sull’orlo del sesso, ma ne resta sempre fuori, come un tipico gioco teasing and denied, solo alla spankee sensibile è permesso (ma si può anche negare) l’orgasmo spontaneo : è la scelta seria dello spanker tradizionale, ma nessuno è obbligato a seguirla, se si sceglie consensualmente di consentire il sesso esplicito.

E’ necessario anche dire che qualunque descrizione letteraria è solo un esercizio di stile, perché la comprensione del gioco può avvenire compiutamente solo con una sessione pratica (e spesso più di una), in cui si esprimano tutte le pulsioni della spankee.

 

La sculacciata: gli elementi minimi della scena sempre validi sono, la parziale spogliazione della parte inferiore del soggetto da sculacciare, lasciando le mutandine, che dovranno essere abbassate solo dopo una prima parte del rito, la scelta della posizione, la migliore è otk (over the knees), e comunque che generi vergogna ma sia sufficientemente comoda per garantire che l’attenzione non sia sviata dalla fatica di mantenerla. Un ottimo contributo alla scena, se possibile, è la presenza di uno specchio in cui la spankee si possa vedere, indipendentemente dalla posizione. Un altro possibile utile contributo può essere l’immobilizzazione, sia effettuata semplicemente con le mani oppure con corde, cinghie o catene, a seconda dei gusti dei protagonisti. Infine una benda garantisce una maggior concentrazione sensoriale e spaesamento dei movimenti.

Naturalmente sono possibili diverse tendenze, che dipendono innanzi tutto dalla quantità di dolore che la spankee desidera sopportare: la divisione principale è tra sculacciata erotica e disciplinare, con tutte le possibili sfumature intermedie. Per la modalità erotica si parte da una sculacciata soft la cui unica motivazione è l’eccitazione, che si ottiene con una serie di colpi soft e molta manipolazione, carezze, scorrimento di unghie e di strumenti usati per colpire, come i denti di plastica della spazzola di legno, o la parte concava del cucchiaio di legno, lo scorrimento orizzontale e verticale, anche dentro il solco, di cane e bacchette singole e multiple. In ogni caso ogni tanto (mediamente ogni 5 minuti) deve partire un colpo più forte a sorpresa per attivare il rusch endorfinico che converta il minimo dolore in piacere.

Attraverso una serie diseguale, mai monotona, di colpi con intervalli diversi e rumore alternato (che si può ottenere con la maggiore o minore concavità della mano e con strumenti di materiali diversi), che interessino alternativamente ogni parte dei glutei (e delle cosce, se gradito), in modo da distribuire uniformemente l’arrossamento, si fa salire il livello endorfinico e con questo la resistenza al dolore ed al calore sprigionato dai colpi, causando una sensazione, ciclicamente provata da ogni punto colpito, molto perversa e inusitata: un senso di calore e bruciore che non è forte da far sentire male, ma che genera insieme alla vibrazione che si trasmette all’ano ed al sesso, una potente risposta libidinosa, come un’onda in crescita, che normalmente porta all’orgasmo spontaneo, talvolta ad orgasmi multipli, se si continua. Il risultato finale visibile è normalmente solo un arrossamento più o meno sensibile della pelle, uniforme e che non lascerà segni, ed il calore anche forte della parte arrossata.

Viceversa, nella modalità disciplinare, oltre a potersi contemplare diverse posizioni dove si avverta un maggiore distacco (sempre a 90 gradi ma in ginocchio su un letto o divano, o chinate sulla spalliera di una sedia o poltrona, ad esempio, normalmente si parte con il sedere e le cosce già completamente denudate (e talvolta per dare maggior incisività al senso di vergogna, con la spankee completamente denudata), ed anche la costrizione con corde, cinture o catene è più richiesta, a meno di non voler dare peso disciplinare anche al dover mantenere la posizione senza costrizioni, aumentando la pena se non si riesce a mantenerla. In questa modalità la forza dei colpi è certamente maggiore e meno considerata la monotonia, talvolta ricercata proprio per fare risaltare il dolore su un singolo punto e rallentando il rush endorfinico che è più sensibile ad un singolo colpo più forte ogni tanto.

Se si vuole, si possono lasciare segni o lividi insistendo su singole parti con maggior forza che su altre, arrivando anche alla tumefazione della pelle in quei punti. Questo gioco si basa su tempi e cadenze che ricordino un rito e che segnino le diverse fasi dolorose facendo pesare ognuna di esse, per esempio con un diverso e più doloroso strumento.

Personalmente la modalità disciplinare non mi appassiona, a meno che a subirla sia una masochista, ed allora il mio divertimento è temperare il gioco per non arrivare alle conseguenze distruttive che la masochista desidererebbe, concedendole comunque quasi lo stesso piacere doloroso.

 

Parlando di fruste invece cambia completamente la scena, sia che si voglia eseguire una fustigazione erotica che disciplinare.

Le fruste, corte o lunghe, permettono, ed anzi richiedono molte diverse posizioni in base alle parti preferite da colpire: in ognuna ci sono implicazioni sulla distensione o contrazione dei muscoli che creano situazioni molto differenti, oltretutto le parti da colpire sono talvolta non costituite principalmente da zone carnose (schiena, sesso).

Partiamo dalle fruste più incensate e meno usate, quelle più pericolose, le singletails: bull, snake, signal. Ce ne sarebbero altre ma non le considero data la scarsa diffusione e la scarsa utilizzabilità sulla persona umana.

Si tratta di fruste normalmente lunghe 180 cm, ma ultimamente se ne costruiscono di più corte, più maneggevoli in ambienti chiusi. Ne esistono anche versioni più lunghe ma non riguardano normalmente l’uso su persone.

Queste fruste si usano solitamente su una persona posta in piedi o a 90 gradi ad una distanza appena inferiore alla loro lunghezza, considerando che la parte che deve colpire è il cracker o popper, cioè solo la punta degli ultimi 10/15 cm della frusta. Un supporto adatto può essere la croce di Sant’Andrea o si possono legare le mani sospendendole verso l’alto obbligando il soggetto alla posizione (consiglio non più di 15 minuti). Con queste fruste conta più esercitarsi a colpire il punto desiderato, che siano le cosce, il sedere o la schiena, in base ai rispettivi desideri. Non consiglio il suo uso sul sesso (né maschile che femminile).

Il tipo di sensazione (sting, come una puntura) è molto particolare e non piace a tutti, è più consigliabile per chi ama il dolore. Se si esagera con la forza dei colpi i segni possono arrivare a tagliare la pelle e far fuoriuscire il sangue, si tratta di segni lineari della lunghezza di 5/10 cm che si presentano come incisioni rosse, anche quando la pelle non è tagliata, ed i più blandi possono durare anche tre settimane. Se non c’è fuoriuscita di sangue non è necessario alcun tipo si sanificazione.

 

A mio parere le fruste corte (come quirt e lingua di drago) danno maggiore soddisfazione, qui non conta tanto arrivare a colpire il punto desiderato (non è difficile) quanto colpire con una certa intensità, lasciare segni, studiare la serie di colpi più adatti a realizzare l’eccitazione od il dolore, considerando che si tratta di una sensazione unica e perversamente sensuale che non si può provare con altri giochi e che per questo andrebbe a mio parere sempre investigata.

Ogni frusta ha i suoi modi e offre sensazioni differenti (per questo si consulti il mio sito http://micheleslot.it/uno-strumento-al-giorno) ma qui mi interessa lo stile, quindi mi occuperò solo del modo in cui si possano usare: anche per le fruste corte si può usare la croce di Sant’Andrea, ma anche uno sculacciatoio (bench orizzontale) o un cavalletto possono essere utilizzati per fissare una persona in una posizione da cui non si possa muovere.

Questo ha senso se si vuole far sentire costretta la persona, perché a mio parere comunque i colpi debbono sempre essere sopportabili senza che questa si debba muovere. La posizione a 90 gradi è a mio parere più imbarazzante e permette comunque di raggiungere a piacere tutte le parti posteriori e la schiena. Se si vogliono raggiungere il seno, la pancia ed il sesso è necessario usare la croce o alternativamente una immobilizzazione orizzontale sul letto con braccia e gambe trattenute ai lati. Ma sin qui ho solo elencato ovvietà, quello che conta in questo gioco è capire cosa impressiona il soggetto da frustare, solitamente la costrizione, anche bendarlo può essere utile, alternare alla frusta una piuma o le unghie è un’altra possibilità interessante, e se si hanno gli strumenti, l’electoplay.

Ma non usciamo dal seminato, stabilita la giusta atmosfera di sospensione ed attesa del contatto con la frusta, i colpi debbono essere singoli e ben percepibili, non affrettati, soft se si mira all’erotico, forti se si mira al disciplinare, lasciando comunque di tanto in tanto un segno che non sparisca in poche ore. In questo gioco conta la progressione dei colpi e del rumore degli stessi, scanditi chiaramente, con pause di diversi secondi per far provare fino in fondo l’intensità, il calore ed il bruciore del colpo, magari intervallando il colpi più forti con colpi molto blandi, quasi carezze, che stimolino la pelle, a seconda della posizione, raggiungendo delicatamente i capezzoli, o il sesso, prima di un colpo più forte. Questa sequenza se ben costruita può portare all’orgasmo spontaneo se il soggetto è sensibile. Non è improbabile che un soggetto molto sensibile arrivi anche al subspace, ma in questo caso consiglio di fermarsi e dopo qualche carezza delicata risvegliare il soggetto, perché il subspace impedisce ogni consenso ed in pratica il dominante giocherebbe da solo.

Qualche considerazione si può fare sul movimento della frusta, che oltre al singolo colpo, orizzontale o verticale, si può brandeggiare formando un otto diritto o rovescio, o un cerchio orizzontale o verticale. Per i colpi più forti e che magari debbano lasciare un segno, è possibile usare la tecnica ad elastico, cioè lanciare la frusta in modo che solo la punta abbia un impatto perpendicolare sul punto di arrivo, che risulta perciò ristretto.

Qualche considerazione particolare si può fare sulle parti più delicate:

seni – si possono colpire con delicatezza (meglio non lasciare segni) sia orizzontalmente che verticalmente, non necessariamente sui capezzoli, magari anche dopo averli stretti con corde, non consiglio di farlo se si sono anche trafitti con aghi. Anche il crop con la punta di cuoio è molto adatto a questo gioco.

Sesso (maschile o femminile) – si può colpire sempre con cautela, l’asta maschile e la vagina femminile sono abbastanza resistenti e si possono arrossare producendo anche molto piacere nel sub, i testicoli maschili sono invece da trattare con particolare attenzione. Anche qui il crop rappresenta un’altra ottima scelta.

Pancia – a qualcuno piace ricevere la frusta sulla pancia, ma bisogna assicurarsi che i colpi siano delicati e che non ci siano problemi con gli organi interni, nel dubbio, meglio evitare.

Ginocchia, gomiti, polsi, mani, parte superiore dei piedi, caviglie, reni, collo e testa, sono punti in cui ci sono nervi e parti ossee delicate, da non toccare assolutamente.

Sulla parte inferiore dei piedi, solo al centro, per variare il gioco si può fare bastinado o falaka secondo le diverse tradizioni, colpendo con fruste corte o meglio verghe, ma con molta delicatezza.

 

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