Davide La Greca è molto conosciuto nell’ambiente BDSM, dove ha guadagnato considerazione da molti anni, ha una lunga esperienza anche nel poliamore e nelle Family. Si dichiara bisessuale e non ha incertezze di sfatare la leggenda che un Dominante non possa rimanere tale anche in un gioco omosessuale passivo.  Riporto qui questa sua intervista del 2014, in concomitanza con l’uscita di “50 sfumature di grigio”, perché è sempre di attualità e spiega in poche e semplici parole la base seria  di questa nostra passione.

 

Davide La Greca: «Vi spiego io cosa è il BDSM»

https://www.lettera43.it/it/articoli/attualita/2014/12/24/davide-la-greca-vi-spiego-io-cosa-e-il-BDSM/134692/?fbclid=IwAR1WSLVwa7zw-ZeAcKbBBxTstzQ8kcOGhw1MdHYS3m7Sxbpm7SWeuSfugc8

 

Francesca Buonfiglioli     24 Dicembre 2014

 

Una storia d'amore come tante, un feuilleton. Un Harmony, con tutto il rispetto per il genere. Condito da «qualche sculaccione sul sedere e tre colpi di cinghia».

«Va tutto bene, ma basta «che non si parli di BDSM», acronimo che sta per bondage e disciplina, dominazione e sottomissione, sadismo e masochismo.
Davide La Greca, maestro di bondage, boccia senza appello Cinquanta sfumature di grigio. Sia il romanzo sia il film, che sarà presentato in anteprima alla Berlinale nella proiezione di gala.


«ANASTACIA E CHRISTIAN? SBAGLIANO TUTTO». «Quattro, cinque informazioni tecniche sono corrette», spiega a Lettera43.it. «Dal contratto agli scambi di potere. Ma la coppia di protagonisti vive questo tipo di rapporto in modo del tutto sbagliato».
Lei, Anastasia, «contesta ogni cosa, non è d'accordo su quasi nulla. E quando lui, il multimiliardario Christian Grey, si comporta da dominante lei mette il muso. Come a scuola».


«STA COMPRANDO UNA VERGINELLA DI 23 ANNI». Più che rapporto di dominazione, per La Greca «Grey sta solo comprandosi una verginella di 23 anni». Basta ricordare, infatti che, «solo nel primo libro», le regala un Mac Book Pro, 14 mila dollari di libri antichi e una macchina. Per non parlare, continua l'esperto, «della scena in cui Anastacia, dopo aver sottoscritto il contratto, ammette di essere turbata, di non essere sicura che questo tipo di relazione faccia per lei». Dopo due ore quello che dovrebbe essere il dominante che fa? «Prende un elicottero, cambia due macchine, bussa, entra in casa, le dà quattro sculaccioni e fanno sesso». Una bestemmia, nel mondo BDSM.
«Se una sottomessa mi fa una cosa del genere la mia faccia la vede in cartolina», assicura La Greca. Senza parlare di Grey. «Non solo è multimiliardario, ricco da fare schifo. Ma è pure iperdotato ed eiacula a comando», sottolinea il maestro bondage. «Una dote che hanno solo ed esclusivamente gli attori porno».

 

DOMANDA. Insomma, il libro non l'ha convinta. Ma facciamo un passo indietro. Cos'è il contratto?
RISPOSTA. L'accordo che si stringe tra dominante (dom) e sottomesso (sub) e con cui il secondo cede il potere. Si parla di contratto 24/7 quando l'obbedienza è quotidiana, 24 ore al giorno.
D. Quali sono le condizioni di un vero rapporto BDSM?
R. Prima di tutto il rispetto reciproco. Posso anche ordinarti di mettere la faccia sulla tazza del water o comportarti come un cane. Ci sono pratiche altamente degradanti ma deve restare un gioco condiviso. Con regole accettate da entrambi.
D. La seconda condizione?
R. L'obbedienza. Che non è automatica. Si può trovare un sub ribelle. Ma alla fine deve esserci una cessione di potere. Con un contraltare...
D. Quale?
R. La cura del sottomesso. Il Dom deve assicurarsi che lo schiavo non si faccia male, né fisicamente né mentalmente né socialmente.
D. Fisicamente, in che senso?
R. Il gioco dura finché uno dei due non lo interrompe. E non può continuare un secondo in più. Basta pronunciare la parola di sicurezza e ogni pratica deve essere interrotta.
D. Cosa intende invece per cura sociale?
R. Non chiederò mai a una mia sub di camminare nuda in via Veneto. Così come non pubblicherò mai le sue foto. Alla fine della sessione deve essere in grado di vivere la sua vita normalmente.
D. E come la mettiamo con l'amore?
R. In una relazione BDSM l'amore non è necessario né vietato. Diverso è per l'affetto.
D. Cioè?
R. Parlo dell'affetto inteso come spinta emotiva verso una persona. Non è certo amore. Che, ripeto, non è escluso. Anche se l'amore riduce l'intensità dell'esperienza perché il rapporto è diverso, è paritario. Mentre il BDSM non può essere paritario per definizione.
D. Non le è mai accaduto di innamorarsi?
R. Sì. La storia che ho con il mio attuale compagno è cominciata con un rapporto di dominazione. Poi negli anni si è trasformata, abbiamo una progettualità di coppia. Al momento ho due slave alle quali voglio bene. Mi preoccupo per loro, ci vediamo, andiamo a cena, ma non le amo.
D. Anastacia in Cinquanta sfumature di grigio si innamora di Christian...
R. Lei ubbidisce per amore. Una cosa del tutto sbagliata. Faccio quello che mi chiede il Dom, mi faccio frustare, marchiare, vado a letto con altre persone dietro suo ordine, ma solo per tenermelo stretto. È un errore che spesso capita, soprattutto nelle donne.
D. Quindi l'amore può essere un ostacolo. Che ruolo gioca invece il sesso inteso in maniera tradizionale?
R. Ho avuto una sottomessa vergine. Dopo un anno e mezzo di relazione con me, era ancora tale. Questo per dire che il sesso non è obbligatorio né vietato.
D. Quindi è possibile intercalare pratiche BDSM con sesso tradizionale?
R. Non ci sono limiti. Poi è importante tenere a mente una cosa: la dominazione non è ciò che fai, ma come lo fai. Anche essere penetrati, per esempio, che può sembrare un atto passivo in realtà può non esserlo. Se un Dom vuole essere penetrato quando vuole, come vuole e usare il proprio slave come dildo allora la prospettiva si inverte.
D. Un rapporto del genere, soprattutto se basato su un contratto 24/7, non genera dipendenza?
R. È pericoloso. Perché quando si perde il partner si perde anche il dominatore, la guida. Ma questo vale per tutto. Si pensi alla crisi che hanno molti studenti dopo la laurea. Perdono i riferimenti. Anche a me è successo...
D. Si spieghi.
R. Facevo scherma giapponese con un maestro. Lui ha smesso di insegnare e io ho mollato. Ho provato a ricominciare in un'altra palestra, ma non era lo stesso. Mancava la passione. Non sono più riuscito ad allenarmi con altre persone.
D. Come può un sub superare la perdita del proprio Dom?
R. Deve rimettersi in careggiata da solo. Il crollo ci può essere. Ma in questo caso molto dipende dal dominante. Il rapporto finisce quando colui che è sottomesso è cresciuto e il Dom non ha più nulla da dare. Continuare a quel punto non avrebbe più senso. E questo vale per entrambi.
D. Sta dicendo che il vero fine di una relazione BDSM è crescere?
R. Certamente. Il BDSM dà emozioni fortissime, genera un profondo legame di appartenenza. Tutto si gioca sulla consapevolezza che qualsiasi cosa succeda c'è una persona a cui si appartiene e che avrà cura di te, almeno finché si rispettano le regole del contratto. Un BDSM sano porta a diventare una persona migliore.
D. Eppure molti liquidano queste pratiche con violenza, degradazione e sottomissione.
R. Il rapporto di dominazione permette di scoprire noi stessi. Ti rende consapevole di essere il vero motore della tua vita.
D. Difficile immaginarlo per chi è slave...
R. Anche il sub affronta i desideri e le paure. Il dominante ti mette di fronte all'ostacolo e ti dice come superarlo. È una sorta di personal trainer. Ma è il sub che trova la forza e l'energia per reggere. Molti giochi nascono proprio per superare le paure.
D. E anche qui molto dipende dal Dom...
R. Il dominante deve avere cura di fare diventare il sub più preciso. Io per esempio controllo che le mie sottomesse facciano quello che devono fare. Che siano precise sul lavoro, per esempio. O che facciano le pulizie di casa. Non fa solo parte del gioco, ma fa anche vivere meglio.
D. Quindi oltre alle pratiche estreme, il Dom aiuta anche sul lavoro?
R. Sì, aiuta ad alzare l'asticella, a spostare in avanti il traguardo. Come se ti dicesse: «Questo obiettivo lo puoi raggiungere, se vuoi».
D. Come si sceglie un Dom o un sub?
R. Innanzitutto si sceglie una persona, non un ruolo. Ci si deve conoscere, annusare. Personalmente preferisco sub novizie, mi piace formarle.
D. Il rapporto di dominazione è diverso da persona a persona?
R. Io mi relaziono in modo diverso, certo. Anche se gioco con due sub contemporaneamente cambio tono della voce, atteggiamento. Poi ci sono i metodici, quelli che agiscono seguendo sempre lo stesso schema. Ma francamente lo trovo riduttivo. Io non ragiono per schemi ma per rapporti.
D. Può fare un esempio?
R. Se mi imbatto in una ragazza con poca autostima o che si vede brutta quando non lo è, allora lavoro sull'immagine, sul suo corpo. Perché si veda come la vedo io.
D. Lo stesso discorso va fatto per il dolore...
R. Già. Il dolore è uno strumento. Non tutti hanno lo stesso limite di sopportazione. Per alcune 50 sculacciate sono solo un aperitivo, un modo per scaldarsi e passare ad altro. Per altre è un dolore fisico fortissimo. A quel punto le 50 sculacciate diventano una punizione.
D. E quali altre punizioni usa?
R. La mia punizione peggiore è interrompere i contatti per otto o 24 ore. Se mi arrabbio con una schiava le tolgo temporaneamente l'appartenenza. Se, invece, voglio terminare il rapporto allora mi faccio restituire il collare e ciao.
D. Ma è necessario il collare?
R. No. Ma è una tradizione antichissima. Va detto che il BDSM ha una quarantina d'anni. Ha, è vero, degli ancestrali e dei richiami alla cultura leather degli Anni 40. Ma quello era sadomaso.
D. Quindi De Sade non c'entra nulla?
R. No. Dante poteva non conoscere Omero, del resto. Si prenda Venere in pelliccia. Leopold von Sacher-Masoch mica sapeva che avrebbe dato il nome a una comunità. Era solo un uomo a cui piaceva essere dominato dalle donne, esserne annullato. Il suo sogno era che una donna lo uccidesse.
D. Nella letteratura non c'è un precedente di rapporto BDSM?
R. Il mito di Prometeo. Regala il fuoco agli uomini sapendo che sarà punito da Zeus dominante. Un sacrificio consapevole.
D. Cosa consiglia a chi vuole cominciare una relazione BDSM?
R. Occorre non arrivare impreparati, ma sapere quello a cui si va incontro. Poi si deve scegliere una persona con la quale condividere tempo e passione. Non è un dettaglio, visto che ci si scambia l'anima.
D. Qualche avvertimento?
R. In primo luogo la sicurezza. Si tratta di pratiche pericolose, che possono portare alla morte. Il bondage in modo particolare. Al di là del rischio strangolamento, si possono schiacciare nervi provocando la perdita della sensibilità di un arto per due o sei mesi. Quindi non si deve improvvisare. Basta guardare nei pronto soccorsi quanti dildo si trovano incastrati dove non dovrebbero stare. E stiamo parlando di sesso tradizionale.
D. Poi?
R. Altro aspetto fondamentale: la dominazione può essere completa e portare a un totale annullamento. Ma deve essere chiaro che si inizia e si smette quando si vuole. Se non ci si sente a proprio agio allora è possibile fermare il gioco, basta la parola di sicurezza o un gesto convenuto. Chi va avanti nonostante questo va denunciato perché è un delinquente.
D. Tutto avviene perché si vuole che avvenga in altre parole...
R. Certo. Chi instilla minimamente il dubbio al sub di essere una persona psichicamente disturbata allora sta commettendo un abuso. Bisogna essere consenzienti all'inizio e soprattutto alla fine. Poi c'è il caso del Dom che fa innamorare volontariamente il sub. Io solitamente non mi innamoro, ma se accade mi fermo e ne parlo. Se mi accorgo che una sub è innamorata senza essere corrisposta allora metto fine al rapporto. Altrimenti ci si fa veramente male.