Bar di paese – 19 Maggio 2024

 

Non sono un frequentatore di bar, è stato il caso, o forse è meglio dire la mia prostata, a portarmi a frequentarli, da poco.

Il problema è sorto durante la mia passeggiata mattutina di circa cinque chilometri a piedi, non riesco più a trattenere la necessità di urinare per più di un’ora, la passeggiata dura circa un’ora e mezza, così ho pensato di partire a digiuno (sperando che questo possa smuovere il metabolismo) e fermarmi a circa metà a fare colazione al bar, andando così anche in bagno.

 

In questo paese rurale di circa quattromila anime ci sono cinque bar, in quello che si trova a metà della mia circumnavigazione non ero mai entrato, non ha un’apparenza particolarmente invitante, Bar Eva, ma è un’impressione errata, una volta entrati vi accoglie il sorriso di una delle proprietarie, tutte femmine, madri di famiglia (talvolta è presente la carrozzina di un bimbo di pochi mesi), che a quell’ora hanno già preparato tanti stuzzichini salati, tramezzini e mini panini…

Così mi sono abituato a fare colazione con un caffè ginseng ed un paio di stuzzichini o un tramezzino, dopo essere andato in bagno.

La Domenica il bar è chiuso ed allora debbo fare qualche centinaio di metri in più per raggiungere la principale pasticceria del paese…

 

La passeggiata mattutina è la mia principale attività giornaliera, serve a mantenere in buono stato le mie gambe, certo qui nella campagna veneta non è paragonabile alle passeggiate che facevo in Restera a Treviso, tra papere e cigni, ma è comunque utile a mantenere quella forma fisica (almeno 10.000 passi al giorno) che è necessaria per non cedere alla vecchiaia.

Si tratta comunque di un riempitivo, ciò a cui ho sempre teso per tutta la vita e non ho mai compiutamente realizzato, resta una relazione amorosa con una femmina che mi voglia veramente bene. Non che non abbia passato lunghi periodi con una compagna degna di questo nome, ma non sono mai riuscito a rendere stabile questi legami, pur importanti.

Certamente il più grosso errore nella mia comprensione delle donne l’ho commesso sposandomi dopo una dozzina di anni passati meravigliosamente a fare il dominante, non ho mai compreso che non avrei dovuto lasciare andare ogni mia schiava quando era nel momento di richiedere una relazione più stabile, avrei dovuto offrire ad una di quelle splendide fanciulle la mia mano, e forse oggi sarei un felice anziano Master sposato.

Non l’ho capito allora e mi sono lasciato folgorare dalla bellezza di una splendida vanilla, ho creduto di poter fare a meno del BDSM (non fate mai il mio errore, dal BDSM non si ritorna mai indietro) e l’ho sposata: ho passato bellissimi anni con una donna intelligente, piena di qualità, che mi ha dato uno splendido figlio, ma che ha involontariamente frustrato il mio desiderio sessuale, portandomi fino alla video dipendenza e passando per un triste periodo in cui ho sopportato tensioni che hanno snaturato la mia personalità, fino a perdere tutto il mio potere economico dietro a sogni irrealizzabili.

Di questo periodo non parlo mai, è paragonabile alla ludopatia, è finito per fortuna senza la mia morte (il senso di vergogna e l’idea di suicidio erano forti) ed il risveglio è stato duro, ma l’ho superato ed ora non so spiegarmi come tutto ciò sia potuto accadere.

Sono perciò arrivato alla decisione di separarmi (anche mio figlio era abbastanza grande da non averne conseguenze, anche se per lui io sarò sempre quello che ha lasciato la mamma…) e mi sono riavvicinato al mondo kinky, prima a Milano, poi, dopo aver conosciuto la mia migliore partner di sempre, Trevigiana, mi sono trasferito a Treviso dove mi sono ottimamente ambientato, anche se ho dovuto sopportare il primo e più difficile abbandono: questa schiava perfetta non poteva darmi l’amore che cercavo ed ha preferito la separazione. Con lei ho imparato che non tutte le donne possono dare amore anche se sembrano fatte per questo.

Nella mia ricerca, muovendomi tra munch e feste ho conosciuto una splendida Mistress con cui sono ancora in grande amicizia, che per un certo periodo è stata al centro della mia vita, ma non siamo stati capaci di rendere definitivo questo legame, forse per colpa mia, perché come dominante avevo la necessità di una schiava, che mi è stata presentata da un amico, e che si è insinuata nella mia vita attraverso il bisogno, era sola e sperduta, sposata e abbandonata, senza un lavoro, e l’ho aiutata a trovarlo, fino a che mi ha chiesto espressamente di vivere insieme. Abbiamo passato momenti molto belli ma lei era forse troppo gelosa, ed al tempo del Covid mi ha costretto a separarci, accusandomi di tradimento (impossibile per me), quando in realtà era lei che si era invaghita di un ex comune amico…

Con lei ho imparato che non bisogna farsi influenzale da chi ha bisogno, ma in realtà vuole cambiarti.

A quel tempo facevo i miei incontri mensili a Treviso sulla verberazione (prima che fossero interrotti per il Covid) e rimasi all’improvviso senza una partner, allora si fece avanti un’amica che aveva partecipato attivamente a tutti gli incontri: era molto portata, questa volta autosufficiente e con un carattere forte, la sintesi perfetta di quello che avrei sempre desiderato.

Perciò divenne la mia partner, ma dovevo ancora scoprire i suoi lati nascosti. Siamo andati a vedere insieme le case che erano disponibili, perché lei voleva acquistare casa, Mi ha invitato a vivere insieme, ed io ho accettato con entusiasmo, per poi scoprire che il suo carattere forte nascondeva la convinzione di avere sempre ragione, e per qualche motivo io non ero più quello che lei aveva cercato e invitato…

 

Per questo penso che non sarò mai capace di capire le donne, speriamo che ce ne sia una che sia in grado di capire ed apprezzare me prima o poi, e non debba terminare la mia vita da solo…