Riporto qui la traccia che ho scritto per l'intervista TV-radio su Radiocompany (Padova).
“A tutto tacco” sulla sessualità: giovedì 7 Dicembre 2017
Strumenti da mostrare:
Forbici Lister di sicurezza, Ball-gag, Rotella di Wartenberg, Fruste: Bullwhip – Lingua di drago – Quirt – Cane (in rattan ed in delrin) – Strap – Tawse – Crop – Flogger
Accenno a cucchiai, spazzola di legno, battipanni…
Dopo i tre libri ed i due film su “50 sfumature di grigio” il significato del BDSM (acronimo di Bondage e Disciplina o Dominazione e Sottomissione o Sadismo e Masochismo) ha avuto una certa diffusione tra il pubblico italiano, ma distorto dall’aura di snobismo e superficialità patinata che nulla ha a che fare con il senso di questo modo di giocare o di stile di vita, le cui colonne portanti sono il RISPETTO per la persona e la PASSIONE erotica.
Le figure di Mr. Grey, ricco e bello, che non sbaglia un colpo, e di Ana, candida e sempre pronta a tutto per amore, sono solo stereotipi ridicoli ed irreali.
Per avvicinarsi al BDSM bisogna prima fare una introspezione e portare alla superficie le proprie pulsioni più profonde che hanno talvolta origine in esperienze personali, spesso dimenticate, o talvolta nell’immaginario collettivo, che si esprimono attraverso la vergogna, l’umiliazione, la paura, il piacere, il dolore, la degradazione con diverso mix per ognuno.
Un tipico esempio di esperienza personale è la sculacciata o l’abuso subito da bambini, un tipico esempio di immaginario collettivo è l’esperienza dello stupro o del rapimento.
Il BDSM permette di vivere una scena realistica di un evento che vorremmo rivivere, magari in modo diverso, o di una fantasia morbosa, con tutte le sicurezze e senza che possa portare danni fisici o psicologici.
Si parla abitualmente di gioco, nel senso che si entra in una sessione in cui si rispettano i limiti e le regole fissate, ed al termine ognuno esce dal ruolo e si ritorna alla pari.
Ovviamente queste sono le modalità più in uso, qualcuno potrebbe decidere ad esempio di vivere perennemente in gioco, rispettando sempre i relativi ruoli.
Esistono regole che si tramandano dalla tradizione, detti protocolli (famoso quello Inglese), che non sono necessariamente da rispettare, ma che possono guidare, che possono dettare il modo in cui si debbono comportare il Dominante ed il sottomesso quando sono nei rispettivi ruoli. Il più importante e diffuso è l’ SSC (sano, sicuro, consenziente) senza il quale non si inizia alcuna azione (ma ne esistono altri per chi ama rischiare di più).
I protocolli che si vogliono seguire (come ad esempio l’uso della safe-word, parola chiave che se pronunciata dal sub, interrompe immediatamente il gioco) debbono essere concordati prima di iniziare il gioco insieme ai limiti assoluti o valicabili, esclusivi per ogni sub, ad esempio l’uso del fuoco, di lame o dello scat (feci).
Bisogna comprendere che fare BDSM non significa eseguire pratiche, ma partecipare attivamente godendo delle emozioni che ogni pratica può produrre in ciascuno dei partecipanti, nè si sta eseguendo un test competitivo, ma si dà libero sfogo ai sentimenti ed alle emozioni. Purtroppo spesso oggi si dà più spazio alla tecnica che alle emozioni e questo è certo uno svilimento del gioco. Riguardo ai sentimenti, se l’amore merita un discorso a parte e qualche distinguo, perché spesso chi pratica non è sentimentalmente libero, un minimo affetto lo ritengo naturale ed essenziale: come ci si può affidare ad una persona senza averne piena fiducia e complicità ? Personalmente pratico qualche forma di sesso genitale solo con persone che amo e con cui sono in relazione, mentre posso fare qualsiasi altra pratica con persone con le quali ho solo un’amicizia e quindi un minimo grado di affetto, senza il quale mi è impossibile rapportarmi, anche perché, sia pur non praticando sesso genitale, il mio obiettivo è comunque quello di portare all’orgasmo il mio partner, se possibile ad orgasmi multipli e ripetuti, ottenendo in cambio una forte emozione, una sorta di orgasmo psichico.
La sicurezza deve essere tenuta nella massima considerazione, ogni azione di gioco nasconde qualche rischio ed il Dominante deve sempre poter prevederne l’andamento ed i possibili incidenti, ed essere pronto a reagire per evitare danni. Chi fa BDSM non fa uso di sostanze e beve alcolici molto moderatamente, perché in ogni ruolo è necessario mantenere la massima reattività.
Del resto la funzione del Dominante è proprio quella del controllo, di prendersi la responsabilità e cura della persona che gli si affida cedendogli il potere, fisicamente, psicologicamente e socialmente: alla fine del gioco il sub deve essere in grado di riprendere la sua vita di tutti i giorni, possibilmente più felice e soddisfatto, ed in buona salute.
Sconsiglio quelle pratiche che sono più pericolose e che si definiscono edge, come il controllo del respiro, tagli e suture, scat (feci) e personalmente evito anche clinical e giochi con le lame o il fuoco.
Altro discorso merita il bondage, che può essere solo uno strumento di costrizione, per aumentare la sensibilità ed emozione del sub, oppure anche un fatto artistico, come lo shibari, antica arte giapponese che originariamente era usata per legare i prigionieri in guerra. Lo shibari è un’attività altamente pericolosa che va affrontata solo dopo aver fatto specifici corsi, perché è facile provocare danni al sistema scheletrico, schiacciando un nervo od ostacolando la circolazione sanguigna.
Sembra giusto fare un accenno ai rischi di trasmissione di malattie veneree, che, facendo parte della cultura sulla sessualità, nessuno insegna.
L’atteggiamento dei medici è spesso improntato a non drammatizzare per non creare timori eccessivi, trascurando che i pazienti non hanno alcuna conoscenza dell’argomento, così capita di sentir dire “io capisco se una persona è sana” o “se non accetti alcun rischio non fai nulla”, trascurando anche le più basilari regole di prevenzione e cautela, come l’uso del preservativo e delle barriere dentali anche nei rapporti orali, perché pochi sanno che alcune malattie asintomatiche (che quindi non presentano sintomi visibili) si trasmettono anche con la saliva. E la regola più ovvia e semplice, quella di fare la ricerca di queste malattie attraverso esami del sangue almeno una volta all’anno, in maniera gratuita ed anonima presso i centri MTS (malattie a trasmissione sessuale), non la conosce e quindi non la segue quasi nessuno.
Io pratico da più di 40 anni e prima di iniziare (all’età di 23 anni) ho studiato per più di due anni tutto il materiale, perlopiù americano ed inglese, che era disponibile a quei tempi, dalla Psychopathia Sexualis di Richard Von Krafft-Ebing ai saggi di Jay Wiseman.
Un discorso merita come soddisfare la curiosità di chi inizia e come scegliere il partner: bisogna studiare, io consiglio sempre di leggere Ayzad, un giornalista che da più di trent’anni frequenta la scena e si documenta su ogni possibile branca del sesso alternativo, ed ha pubblicato quella che chiamiamo la bibbia del BDSM, “BDSM -
Guida per gli esploratori dell’erotismo estremo”, uscita nel 2004 e continuamente aggiornata ed in cui si dedica spazio ad ogni possibile tipo di attività, con consigli e indirizzi, bibliografia ecc. Oltre a frequentare il suo sito ayzad.com, consiglio a tutti un suo libretto che si intitola “I love BDSM – guida per principianti ai giochi erotici di bondage, dominazione e sottomissione”, che in sei capitoletti spiega quello che è essenziale conoscere per capire se il BDSM fa per noi e per iniziare a praticarlo.
Bisogna capire che, come in qualunque altro rapporto, innanzitutto si sceglie una PERSONA, e non un ruolo, e che nell’apprendere cosa sia il BDSM si può anche scoprire di non essere quello che si pensava, ma magari di essere switch, cioè dominante con qualcuno e sottomesso con qualcun altro, o magari bisex, o provare attrazione per un particolare rapporto omosessuale.
Io ho scoperto le mie profonde pulsioni molto tardi, dopo un’infanzia caratterizzata da nessuna conoscenza del sesso, ricordo di avere avuto la mia prima eiaculazione a 8 anni in bagno, da solo, mentre per un qualche motivo mi ero evidentemente toccato più del necessario, ma senza alcuna intenzione, dopo aver fatto pipì, ed è stato un momento tragico: mi è uscito improvvisamente ed inaspettatamente questo fiotto di liquido cremoso mentre pieno di spavento ho cercato di fermarlo premendoci le dita sopra, senza avere la più pallida idea di cosa stesse accadendo.
Fin da giovanissimo ho sempre avuto una naturale attrazione per il sedere femminile, non sono mai riuscito a capire da cosa avesse avuto origine, poi, a 17 anni mi è capitato tre le mani qualche disegno di John Willie (il creatore della rivista Bizarre negli anni 50) in cui una bellissima donna frustava o sculacciava un’altra bella donna ridotta in schiavitù, spogliata e legata nei modi più indecenti, ed ho capito di non essere poi così strano ed unico…
Un consiglio che voglio dare è di non pensare di poter uscire dal BDSM quando si sono cominciate a gustare la soddisfazione e le emozioni che può dare: è illusorio pensare di poterne fare a meno, prima o poi le pulsioni riaffiorano con forza ancora maggiore.
Io a 35 anni mi sono sposato con una donna bellissima e piena di virtù, pensando che dopo quasi 15 anni di BDSM potevo smettere e farmi una famiglia tradizionale: dopo aver appurato che mia moglie era stata traumatizzata dalla religione, che aveva abbandonato, ma che nonostante ciò non riusciva a vedermi come dominante, e dopo tanti anni di sofferenza perchè il tradimento non è mai stato nelle mie corde, mi sono separato ed ho ripreso il mio solo modo di fare sessualità soddisfacente…
Purtroppo siamo in Italia dove la Chiesa ha prodotto e porta avanti enormi danni, e dove non esiste ancora una educazione al sesso che apra gli occhi sui propri bisogni personali e sulla cultura del consenso, per cui avvengono ancora troppi abusi e addirittura femminicidi da parte di persone che, se avessero avuto una istruzione corretta, potrebbero accettare che non si può avere il possesso di una persona ma è questa che ci deve scegliere ogni giorno per le nostre qualità: avete già fatto una trasmissione sul poliamore, e quindi ben sapete che questo è ancora visto quasi per una pratica blasfema…
Come trovare il proprio partner BDSM: l’incontro diretto è il veicolo migliore, e per questo ci sono i Munch (aperitivi riservati ai kinksters) dove ci si può conoscere e chiacchierare per fare amicizia. Anche i play party (feste BDSM) possono essere utili, oltre che per conoscere, soprattutto per vedere come giocano le persone più esperte e farsi un’idea di quello che si vorrebbe provare. A me capita di frequente che qualche coppia mi chieda se posso fare provare la frusta durante un play party alla lei di coppia, solitamente mi avvicina il lui di coppia con questa richiesta.
Una cosa che vale la pena di rimarcare è che i munch sono aperti a tutti e chi vi partecipa per le prime volte resterà sorpreso di avere a che fare con persone assolutamente comuni, di tutte le estrazioni sociali e con le più varie professionalità, tranquille ed allegre, che non hanno nulla a che fare con le figure perverse o malate che la società ha sempre cercato di far credere.
Altra cosa che risulterà chiara è che solo ai munch si potrà apparire senza timori di farsi riconoscere né di incontrare persone pericolose, e che al di fuori di questi eventi poche sono le persone, o in pensione come me, o molto anticonformiste, che hanno il coraggio di apparire con la propria faccia sui social o altrove, perché il perbenismo delle convenzioni sociali è ancora difficile da abbattere e chi pratica BDSM è ancora visto con sospetto nell’ambiente di lavoro ed in società. Come riprova, persino ai munch ed agli eventi è facile ad esempio incontrare a Padova persone di Treviso o a Treviso persone di Padova…
Per essere ancora più garantiti, sono stati ideati i munch e le feste TNG (The New Generation) solo per gli under 35 anni, perchè non si pensi che i più anziani possano approfittare dei meno esperti e giovani. Ovviamente se interessati, i giovani possono partecipare anche alle altre feste, ma in ogni caso non si accettano persone minorenni.
Oggi la rete facilita i contatti, fino agli anni 80/90 ci si doveva affidare al fermo/posta, solo negli anni 90 sono nate anche in Italia riviste dedicate come Club o I Moderni.
Poco più di 10 anni fa sono nati alcuni social dedicati, come Legami, Gabbia, che facilitano certamente i contatti, ma danno anche la possibilità di creare profili fasulli per soddisfare le più varie manie. L’attività virtuale che si può fare attraverso siti dedicati, chat, mail o social è spesso rifugio di questi profili fasulli ma anche di persone troppo timide o timorose riguardo alla salute, per intraprendere attività reali.
Ci sono tante persone di 40/50 anni impegnate o con famiglia che scoprono il loro interesse e lo praticano tenendolo nascosto ai familiari.
Le modalità di questo tardivo interesse vanno dal travestitismo maschile per quei maschi che scoprono di volersi sentire donna e solitamente molto zoccola, con implicazioni omosessuali, a quelli che amano solo il travestitismo per apparire femmine sensuali, alle femmine che si scoprono bisex o lesbiche.
Io sono convinto che compito di chi ha esperienza sia quello di dare ascolto e consigli alle nuove leve, e per questo rispondo a chiunque mi segua o mi interpelli su Facebook (Michele micheleslot Pierri) e questo è anche il motivo per cui sono qui.
Allego il link di due filmati ripresi su Facebook durante l'intervista:
https://www.facebook.com/Lisacherrylips/videos/872357656256974/
https://www.facebook.com/Lisacherrylips/videos/872369309589142/