Riporto qui la falsariga di quello che ho detto nell'incontro sulla verberazione del 14 Maggio 2017 a Padova, per promemoria di chi era presente ed anche per chi avrebbe voluto partecipare e non ne ha avuto la possibilità:
Premessa:
In queste pagine c’è moltissimo che potreste trovare in una ricerca mirata con Google. Che cosa allora fa la differenza ? La descrizione delle tecniche e delle sensazioni che Dom e sub incontrano ed il giusto atteggiamento che si deve porre nei confronti di questo gioco, che sembra facile ma nasconde nel suo modo di attuarlo tante sensazioni che possono avvicinare al BDSM ma che se mal realizzato possono allontanare in modo definitivo chiunque sia curioso di questo stile di vita.
Faccio un esempio banale: chi ha visto il film “50 sfumature di grigio” probabilmente si ricorda la scena in cui Mr.Grey si arrabbia e impone una serie di sole sei nerbate alla sua vittima, con una tale violenza, che se fossero state vere ne avrebbero scorticato la pelle, mandandola al pronto soccorso…è una perfetta parabola di quello che non si deve fare nel BDSM, mai giocare se non si ha il pieno controllo di sé, le sensazioni prodotte debbono sempre essere sopportabili per il sub e non attentare alla sua salute fisica o psichica.
Introduzione:
Perché non uso la parola spanking ma verberazione: dal latino “verberare=percuotere”, per giochi verberatori si intendono tutte quelle pratiche erotiche in cui il sub prova piacere erotico-sessuale principalmente nel venire percosso mediante l’uso di fruste, scudisci, sculacciate, etc. Le pratiche verberatorie sono apparentemente punizioni corporali che, sebbene rimandino facilmente ad esperienze legate alla tortura, di fatto con esse non condividono assolutamente nulla se non qualche appellativo e le modalità con cui vengono realizzate. Durante un rapporto sessuale non è raro che qualcuno abbia voglia di “percuotere”, seppur leggermente, le natiche del partner a volte senza nemmeno rendersene conto. All’interno del BDSM esperienze come l’essere frustati o sculacciati vengono sperimentate in maniera del tutto eccitante e senza costrizione alcuna. Tutti e due i partecipanti concordano la pratica da realizzare e soprattutto fino a che punto possono e sono pronti a spingersi, mantenendo sempre l’assoluto rispetto reciproco e la massima sicurezza.
Il BDSM deve essere solo un divertimento e spesso gli strumenti sono stati studiati appositamente, perché debbono necessariamente differire da quelli a cui si sono ispirati, che sono utilizzati con altri scopi e quasi mai sulla persona umana.
Nel BDSM vige l’ottica SSC (sicuro,sano,consensuale) o RACK (Risk-Aware Consensual Kink, ovvero gioco consensuale consapevole del rischio), per cui mi dilungherò spesso sul modo più sicuro di usare ogni strumento, pur nella consapevolezza che non esiste la sicurezza assoluta nel BDSM e che la maggiore garanzia di sicurezza sta nella capacità di controllo (ed autocontrollo) del dominante.
Darò alcuni cenni sulla fisiologia del dolore, con cui andremo sempre ad impattare usando questa tecnica, nell’ottica (mia personale e non sempre condivisa) che per fare BDSM bisogna avere grande passione e massimo rispetto, quindi si deve cercare di interessare, traghettare attraverso il piacere il partner, tanto più se è inesperto, ad apprezzare questo mondo, e non a scioccarlo perdendone l’interesse.
Io non ho mai pensato, come spesso si sente affermare, che il sub sia una cosa, solo carne, un giocattolo, ma ho sempre pensato di avere a che fare con persone, che vanno seguite ed accudite e di cui accendere l’interesse nel piacere reciproco.
Ed a questo scopo fornirò qualche suggerimento per rendere eccitante il gioco, considerandolo come una forma di erotismo in ogni momento per tutti i partecipanti.
Tutto questo nella massima umiltà di chi ha imparato da solo negli anni e solo facendo riferimento alla mia cultura ed esperienza acquisita e senza la pretesa di dettare regole di comportamento, lasciando libero ciascuno di seguire o meno i miei consigli.
Cenni di fisiologia del dolore
Pur non essendo competente in medicina o psicologia, sono sicuro che si riesca a condizionare il fisico a reagire ad un qualunque stimolo in maniera sensuale, erotizzando l’azione, che sia dolorosa o meno. Ricordo il famoso esperimento di Pavlov che, suonando un campanello ogni volta che dava da mangiare al suo cane, lo condizionò alla salivazione ogni volta che sentiva il suono del campanello. E’ una cosa certamente più complicata e contorta, ma ogniqualvolta si riesce a creare la giusta atmosfera morbosa di sensualità, il gioco è fatto, che si tratti di una scena dolorosa o meno, che faccia riferimento ad una emozione del passato che attiva la libidine, la paura, l’umiliazione o la vergogna, comunque mette in circolo una reazione fisiologica, che se ben governata porta ad un forte godimento.
Il gesto della sculacciata o il colpo di frusta fa affluire una buona quantità di sangue ai genitali, e questo aumenta automaticamente l'eccitazione.
Il meccanismo della sensibilità al dolore mette in circolo molte sostanze, tra le altre le endorfine (che permettono l’erotizzazione del dolore) e l'asse ormonale detto corticosurrenalinico: l’adrenalina (detta anche l’ormone del pericolo, che ci prepara a “lottare ed agire”) ed il cortisolo (detto anche ormone dello stress, che può diminuire le difese immunitarie e favorire la depressione). Il ciclo di reazione endorfinica impiega circa dieci minuti per compiersi, questo è il tempo in cui il riflesso nervoso centrale al dolore di qualsiasi tipo viene elaborato e neutralizzato dall’emissione di queste sostanze che quindi innalzano la soglia del dolore.
Se si usano strumenti verberatori stimolando con moderazione e continuità, il dolore viene in questo lasso di tempo tramutato in piacere e si potrà applicare una stimolazione con un’intensità maggiore, che a sua volta sarà neutralizzata, e così via, fino a livelli in cui la incolumità dei tessuti non suggerisca di fermarsi.
Con un certo ritardo e quando il livello endorfinico continua a salire, anche l’adrenalina ed il cortisolo cominciano a salire, come quando il nostro sistema nervoso si trova in presenza di un pericolo a cui il fisico deve essere in grado di fare fronte.
Se dopo i primi minuti si aumenta improvvisamente l’intensità dell’azione, si fa rilasciare la dose di endorfine di riserva sempre presente nell’organismo. Mantenendo la stimolazione per altri cinque minuti e poi di nuovo aumentando improvvisamente l’intensità, si costringerà l’organismo al rilascio di una nuova dose di endorfine portando la soglia del dolore al livello 2, e così operando si potrà salire gradatamente anche fino ad un livello 5 senza grossi pericoli. Al livello 3 il sub è in uno stato di coscienza un poco alterato. Al livello 4 sarà decisamente alterato e i colpi più forti genereranno oltre a lamenti e gemiti di piacere anche movimenti scomposti ed il sub si sentirà molto sottomesso. Eventuali giochi sessuali dovrebbero essere fatti entro questo livello perché ai livelli superiori il sub perde concentrazione e non sarebbe più capace di reagire correttamente (ad esempio il maschio potrebbe perdere l’erezione) per entrare in una fase di trance detta subspace.
Al livello 4 o 5 il sub è in uno stato completamente alterato di coscienza e ha una apparenza rilassata, molle, non è più in grado di capire o di articolare parola: generalmente ci si ferma anche prima di questo stato, anche perché l’adrenalina che nel frattempo viene rilasciata tende ad allungare i tempi di reazione e a rendere più complicata la comprensione della situazione al dominante. A questi livelli diventa difficile giocare e per fare uscire il sub da questo stato si deve agire con dolcezza e determinazione, come per farlo uscire da un trance.
Non mi soffermerò di più su questi meccanismi, perché la prudenza e le normali esigenze di chi gioca non si debbono spingere a questi livelli, invero pericolosi se non si ha esperienza con quello specifico sub, anche perché il sub a questo stadio deve essere immobilizzato in quanto potrebbe avere improvvisi movimenti bruschi, e nemmeno da lui controllati. Basti sapere che ci sono documentazioni americane che trattano la materia fino ad un livello 10 della soglia del dolore, ma queste sono esagerazioni che non mi sento di incoraggiare e che presuppongono una lunga aftercare per attendere il ristabilirsi dei corretti livelli di adrenalina nel sangue, l’uso di coperte, l’idratazione con acqua zuccherata, eccetera, perché gli sbalzi del livello adrenalinico e la permanenza del livello cortisolico crea instabilità emotiva, paura, ed il sub deve essere rassicurato e mantenuto sotto continuo controllo ed esortato a rilassarsi.
Diciamo che potrebbe già capitare di arrivare in un livello 4 ad uno stadio di subspace o pre subspace, in cui si capisce che il sub perde il controllo di sé, ed è perciò bene fermarsi e cominciare una manovra di paziente aftercare per evitare possibili brutte esperienze.
L’aftercare evita il sub-drop, ovvero il senso di sconforto e leggera depressione che può seguire anche per giorni l’assorbimento del rush cortisolico, perché il cortisolo, a differenza dell’adrenalina non si distrugge in tempi brevi.
Sicurezza in generale, e nella verberazione in particolare
Ovviamente tutti gli effetti sono dovuti al modo con cui vengono utilizzati questi strumenti e al tempo di ripresa che si lascia al corpo per abituarsi a quel tipo di esperienza. Prima di utilizzare una frusta, o un qualsiasi altro strumento verberatorio, è bene conoscere quali sono le zone corporee da poter colpire e quali quelle che vanno assolutamente evitate. E’ bene tenere in mente una regola fondamentale: bisogna colpire solo le zone dove ci sono i muscoli. Testa e collo non vanno assolutamente colpiti, stessa cosa vale per il ventre, mani, gomiti e polsi. Nessun problema invece per zone quali natiche e cosce che sono ricche di massa muscolare e quindi possono essere tranquillamente coinvolte.
Allego una mappa (copyrights Raadaria per Legami) che è la migliore che abbia mai trovato, in cui sono bene indicate in rosso le zone da non colpire assolutamente, in viola quelle che nascondono gangli nervosi o tendini ed ossa delicate, da evitare di colpire, in rosa quelle da colpire con molta cautela e leggerezza, in bianco le zone dove si può colpire senza particolari problemi.
A parte i reni ed il collo, la gola, i punti che evidentemente presentano delicatezza e che sono perciò da evitare, i punti che si possono colpire senza problemi sono quelli che presentano maggiore massa muscolare, come i glutei, e le cosce mentre alcune parti che non sono vietate, presentando una minor massa muscolare, vanno trattate con maggior delicatezza.
Non voglio esagerare con le raccomandazioni, ma dovete sempre tener conto che ogni azione nel BDSM presenta una serie di rischi, che vanno calcolati e contenuti al minimo, prendendo le necessarie precauzioni specifiche per ogni pratica. Nel caso della verberazione si ha a che fare con tutti i danni alla pelle o alla sottostante muscolatura, perciò è bene avere a portata di mano un disinfettante, il Bialcol, Citrosil, Lysoform medical o similari (cloruro di benzalconio o ammonio quaternario) che ha il vantaggio di non dare la sensazione di bruciore tipica dell’alcool etilico anche sulla pelle segnata da graffi o sanguinante per un colpo che abbi a contuso o creato una piccola ferita superficiale. Se poi si è prodotto un ematoma a causa di un colpo molto forte, un primo soccorso con qualche cubetto di ghiaccio e successivamente una pomata o gel a base di Arnica sarà utile per riportare in pochi giorni ad una completa guarigione della pelle.
Ci sono altri prodotti che svolgono un’azione di ricostruzione della pelle in caso di segni superficiali come abrasioni e contusioni, come il Bepanthenol che si usa correntemente per l’arrossamento della pelle dei neonati o altre “creme riparatrici” usate in dermatologia come il Repasine o il Cicalfate. Anche la crema POL protettiva, che si usa per esempio per la cura delle ferite da decubito, è adatta per curare piccole ferite.
Infine è necessario che ogni strumento sia disinfettato prima di essere usato su un altro partner per evitare ogni tipo di infezione benigna o pericolosa, sia per il contatto con la pelle e talvolta con il sangue di un partner, sia perché può essere stato appoggiato a terra o comunque in un luogo non sterile. Oggetti come plug, dildi e simili di plastica, gomma, silicone o metallo, anche se usati protetti da un preservativo, vanno prima lavati con un detergente, personalmente uso il “Betadine sapone germicida” che è utilizzato in ospedale, mentre per la disinfezione va benissimo l’amuchina o altro clorurato.
Per la disinfezione degli strumenti verberatori invece, io uso spruzzare dopo l’uso un’abbondante quantità dei sopracitati disinfettanti a base di ammonio quaternario, vaporizzandola da un apposito spruzzatore che ho provveduto a trovare in commercio.
Non consiglio la Amuchina o altro clorurato perché potrebbe scolorire il cuoio e altri materiali pigmentati.
Come interessare al gioco il Dom ed il sub
Questa è la parte più personale della trattazione e non mi aspetto che siate tutti d’accordo con me, ma penso che a qualcuno possa essere utile qualche suggerimento dovuto all’esperienza personale. Ho sempre sostenuto che il BDSM è solamente sensualità appassionata e rispetto. Si può esprimere anche con atti sessuali tradizionali o non tradizionali, il sesso può essere molto o poco presente, ma comunque deve soddisfare almeno una parte delle pulsioni profonde di chi gioca. La verberazione è una delle pratiche di base più frequenti, ma questo non significa che abbia sempre lo stesso significato e che non necessiti di una profonda conoscenza e passione per essere espletata al meglio.
Se non si prova una forte empatia, che sia di tipo vergogna/umiliazione, o masochismo/sadismo, o regressione all’infanzia, o desiderio di espiazione/disciplina , delirio distruttivo/delirio di onnipotenza, gioco di ruolo teatrale, non si proverà la sensazione che ci può riempire di entusiasmo, quindi chi è tiepido non è in grado di avvicinarsi con successo a tale pratica.
L* spankee che freme all’idea di sentire l’aria sulla sua pelle nuda della schiena o del sedere quando sarà legata alla croce di Sant’Andrea, o abbassarsi le sue mutandine quando sarà sulle ginocchia del suo partner, sono nel giusto mood per godere psicologicamente e fisicamente di questa pratica, fino all’orgasmo spontaneo, frutto dell’eccitazione, nei casi più riusciti.
Per attrarre persone semplicemente curiose nel BDSM, l’unico modo è andare con gradualità, chi non ha ancora del tutto scoperto le proprie pulsioni profonde ma è curioso di conoscere e provare, per avere un approccio costruttivo deve metabolizzare lentamente ogni nuova sensazione e poche alla volta per non esserne confuso: nella mia carriera di maestro di frusta non mi è mai capitato che un allievo/a non gradisse la verberazione, tutto sta nel fargli assaporare la sensazione morbosa che non può essere solo fisica, ma anche psicologica, del tocco sulla pelle nuda, con tutto il contorno del calore e del lieve bruciore provato, del rumore dei colpi, della costrizione della posizione, della eventuale sensazione superficiale della pelle contro pelle. Ho visto tanti maschi e femmine arrivare all’orgasmo sulle mie ginocchia o piegati a 90 gradi davanti a me o legati su un cavalletto o ad un tavolo od una sedia, ed ogni volta è stato per me un momento magico, riconoscimento intrinseco oltre che della disponibilità del sub, anche della mia capacità e pazienza.
Alcuni accessori si possono rivelare molto intriganti per entrambi i giocatori:
La spanking skirt (gonna da sculacciata) può essere un suggerimento molto eccitante, ha un'apertura aggiuntiva sul retro progettata espressamente per esporre più facilmente e velocemente il sedere al momento dello spanking: tipicamente aderente e realizzata con materiali di pelle o materiali sintetici (PVC, lattice), è considerata una delle vesti classiche del fetish in ambito BDSM.
La "panchina" o "cavallo per lo spanking" è un mobile utilizzato per posizionare l* Spankee, e può essere con o senza legacci: disponibile in varie dimensioni e stile, anche se il tipo più popolare è quello simile ad un cavalletto con la parte superiore imbottita su cui ci si appoggia, ed anelli o corde ai lati per imprigionare. Familiarmente chiamato l'inginocchiatoio, in ricordo dell'uso comune medioevale monastico di fustigare o sculacciare i novizi e/o postulanti nei conventi proprio adagiandoli su un inginocchiatoio.
Ogni tipo di bloccaggio, con corde, cinghie o nastri adesivi o in seta, possono moltiplicare l’intensità delle sensazioni, per la maggior parte dei sottomessi, anche la posizione scomoda e sfacciatamente oscena aggiungono eccitazione al gioco.
Nei rapporti più consolidati la nudità reciproca ed ogni tipo di contatto pelle a pelle ha la sua giusta collocazione.
A qualcuno può piacere l’approccio duro, che soddisfa il desiderio di sottomissione del sub, ma è difficile che questo spinga poi a ritornare se non si è gustata con gradualità ogni sensazione, fino al top della sopportabilità personale.
Altra considerazione che mi sento di fare per chi desideri una relazione fitta di incontri è la moderazione nel lasciare segni duraturi anche quando sia possibile: se gli incontri sono settimanali o più distanziati è logico che il sottomess* gradisca mantenere dei segni che ricordino l’intensità del piacere provato, ma se gli incontri sono più frequenti si deve pensare che se i segni precedenti non sono ancora spariti difficilmente si potrà giocare con la stessa intensità senza fare danni o procurando meno piacere, quindi ci si deve regolare con buonsenso.
Allego alcune foto tipiche di altrettanti trattamenti di verberazione che secondo me potrebbero essere di guida per non esagerare:
EFFETTI DEL CANING
EFFETTI DELLA SCULACCIATA
EFFETTI DEL TAWSE
EFFETTI DEL QUIRT
EFFETTI DEL PADDLE
EFFETTI DEL CANE
EFFETTI DELLA BULL-WHIP
Classificazione e tipologie degli strumenti verberatori
Si possono definire due categorie di strumenti: quelli dedicati solo alla verberazione e gli strumenti atipici, oggetti comuni usati in questa attività impropria rispetto all’uso originale.
Tra gli strumenti dedicati possiamo distinguere quelli singoli (monoglossi) oppure multipli (poliglossi) a seconda che siano costituiti da un unico elemento verberante o da più di uno.
Gli strumenti dedicati a loro volta appartengono a due famiglie, quelli omogenei, le cui caratteristiche cioè restano simili per tutta la loro estensione, e quelli eterogenei nei quali si distinguono un manico (o impugnatura) ed una lingua (o lacinia o codolo) che è quella che colpisce il bersaglio.
• In base alla loro rigidità/flessibilità ed elasticità le sferze singole omogenee si suddividono nelle seguenti classi:
Canne o ferule, molto rigide, quasi incapaci di flettersi, come le canne di bambù.
Bacchette, moderatamente flessibili e molto elastiche, che curvate tornano immediatamente nella posizione rettilinea. Rientrano in questa categoria la maggioranza delle sferze vegetali: le bacchette di spirea, ligustro, sinforina, corniolo (“olio-di-bosco”), nocciolo, rossospino, palma e molte altre.
Verghe, molto flessibili e più resistenti alla rottura delle bacchette ma molto meno elastiche. La verga per eccellenza è quella che si ricava dal salice rosso.
Alcune sferze vegetali hanno caratteristiche intermedie che rendono problematica la loro univoca assegnazione ad una delle tre categorie sopraelencate. Tali sono i due principali strumenti verberatori della Disciplina Anglosassone: la betulla (Birch) che viene generalmente catalogata come una bacchetta ed il cane, che viene di norma assimilato ad una canna.
• A loro volta le sferze singole eterogenee si suddividono a seconda della lunghezza relativa della lacinia rispetto al manico in:
Fruste, se la lacinia (di cuoio o di pelle intrecciata) è lunga almeno quanto il manico, il quale a sua volta può essere elastico e contribuire ad imprimere energia cinetica alla lacinia;
Scudisci, se il manico è corto e rigido con l’unica funzione di impugnatura, e la lacinia è molto più lunga;
Staffili, se la lacinia è cortissima (linguetta o “sverzino”) ed il manico molto più lungo e flessibile, partecipa all’impatto con la sua estremità distale, quelli che gli anglosassoni definiscono crop.
Il termine un po’ equivoco frustino può indicare sia una frusta di dimensioni ridotte (quali sono quelle che in genere si usano nella Disciplina Corporale) sia una variante dello staffile (“frustino da equitazione”).
• Infine le sferze multiple eterogenee sono definite Flagelli, come il flogger, il gatto a nove code ed il martinet.
Gli strumenti verberatori più comuni nel BDSM sono spesso adattamenti di strumenti usati nell’ippica e talvolta nella disciplina carceraria e d’altri tempi, i più comuni sono:
• Slapper è un’impugnatura su cui si è applicata una paletta in pelle o in cuoio e la sua particolarità non è tanto quella di procurare dolore bensì rumore. Alcuni modelli presentano infatti due palette sovrapposte che sbattendo simultaneamente fra loro provocano un rumore molto più deciso. In più i colpi inferti sono meno pesanti rispetto a quelli realizzati a mano nuda.
• Paddle è una paletta in legno flessibile e resistente dalla forma simile allo slapper ma è molto più rigido e quindi assorbe meno l’intensità del colpo. Occorre quindi lasciare che la zona riposi un po’ per poter poi riprendere il gioco.
• Towse trattasi di una pesante striscia di cuoio lunga circa 60 cm che viene tagliata nella parte finale al fine di formare due o tre code lunghe rispettivamente circa 25 cm. La sua particolarità è quella di procurare dolore senza però rilasciare particolari segni evidenti sulla pelle.
• Flogger caratterizzato da un manico abbastanza corto su cui vengono montate una serie di code flessibili chiamate lacine che andranno a colpire la zona desiderata.
• Cane che si pronuncia “kein” è una lunga bacchetta di legno tutta di origine vegetale, la sua particolarità sta tutta nella leggerezza che favorisce velocità ad ogni minimo movimento del polso e l’impatto non è mai eccessivamente pesante, tant’è che viene percepito dal sub come una piacevole scossa o vibrazione bruciante.
• Bull whip sono fruste con un manico rigido e una parte intrecciata di cuoio che termina con una sottile striscia ed un cordino intercambiabile. Si possono considerare diverse tecniche come il whip cracking, consistente nel fare schioccare la frusta per produrre il classico botto sonico, il whip targeting in cui si cerca di colpire uno specifico obiettivo con precisione ed il whip wrapping in cui si usa la frusta per circondare avvolgendo una parte del corpo dell’obiettivo.
Enumerare tutti i tipi di fruste o strumenti verberatori con il proprio specifico nome e la loro provenienza storica può essere un interessante studio, ma esula dai compiti che mi sono prefisso in questa occasione e comunque li potete trovare sulla mia pagina dedicata alla verberazione.