Incontro sulla verberazione del 19 Febbraio 2020

 

Una riflessione che forse non ho mai esplicitato prima riguarda la evidente carica sessuale eccitante dei diversi tipi di verberazione, una componente essenziale sia per chi la impartisce che per chi le riceve, che pur non esplicitandosi solitamente in un atto fisico, è certo parte dell’immaginario dei partecipanti.

Qui la differenza tra sculacciata e sessione di frusta è sostanziale: nella sculacciata sulle ginocchia, si ha un approccio intimo e delicato, persino se la sculacciata è punitiva, la posizione impedisce un approccio sessuale diretto, tutto è più sfumato e delicato. La sessione di frusta è meno intima, vi è distacco tra chi brandisce la frusta e chi la riceve, ma la visione di un bel corpo nudo o seminudo e di un sedere piegato ed offerto non impedirebbero una congiunzione carnale, secondo natura o meno, la tensione sessuale è al massimo, solo la disciplina della pratica e gli accordi tra i partners impedisce il compiersi dell’atto fisico. Mi è rimasta impressa una foto in cui il dominante aveva volutamente sottolineato questo suggerimento erotico lasciando col cane alcuni segni disegnando una x che intersecava perfettamente l’orifizio anale, come ad indicare un obiettivo…

 

Abbiamo già parlato di Flogger, Martinet e Gatto a nove code, ovvero sferze multiple eterogenee che sono definite Flagelli, composti da un manico rigido e corto, e da un certo numero variabile di estensioni filiformi dette lacinie, di numero, dimensioni e materiale vario, solitamente di pelle scamosciata o cuoio.

 

Questa volta l’argomento sono le altre fruste corte o brevi, generalmente sferze eterogenee, cioè formate da un manico rigido o flessibile e da una estensione corposa, più spesso singola, generalmente dello stesso materiale, cuoio.

Fanno parte di questa classificazione il Quirt, sferza con manico flessibile e due code omogenee di cuoio, la Lingua o Coda di Drago, con manico flessibile e una sola estensione solitamente omogenea, lo Strap, eterogenea, con un manico rigido o omogenea con il manico indistinto dalla coda e generalmente di cuoio, il Paddle, con caratteristiche simili allo strap, quando non è un pezzo unico rigido di legno, il Crop, sferza singola eterogenea (staffile) con manico ed estensione lunga, entrambi rigidi e con terminale solitamente di cuoio, la Cinghia, sferza singola omogenea di cuoio, o nel caso del Rebenque, sferza singola eterogenea, con manico rigido.

Naturalmente parliamo delle fruste corte più utilizzate nel BDSM, perché troviamo i modelli più vari e compositi provenienti da ogni parte del mondo, ma difficilmente usate nel BDSM perché concepite per fare veramente male, se non per uccidere, o banalmente per dirigere gli animali… (Sjambok, dal Sudafrica, tradizionamente di pelle di ippopotamo, Nagaika, la frusta dei Cosacchi Russi, o il Korbacs ungherese).

Per chi si vuole dilettare di storia della frusta consiglio di vedere:

http://www.missheila.altervista.org/wikispank/wiki-frusta.htm  

 

Per tutte le fruste corte la posizione tipica è sempre la stessa: a novanta gradi o comunque inclinati in avanti appoggiati a qualcosa, o con le braccia trattenute in alto in modo da lasciare piena libertà di colpire il fondo schiena, ed anche la schiena con la delicatezza che necessitano le parti poco carnose, ma dove si possono lasciare anche forti segni se questo piace. Le sensazioni possono essere di puntura (sting) e talvolta di botta (thump) e solo in questo caso oltre ai segni possono restare anche lividi. Se l’uso della fusta deve erotizzare si useranno quelle più morbide e con una componente di sting maggiore, che usate con discrezione possono portare ad un piacere molto forte, riscaldando e procurando un moderato bruciore, mentre se l’obiettivo è la punizione o il piacere di un/una masochista, quelle più rigide e pesanti sono la scelta naturale. Il gioco può essere l’erotizzazione o la disciplina, e quindi varia completamente la forza dei colpi, ma in ogni caso bisogna sempre tener conto del fatto che i colpi non debbono mai risultare monotoni e quindi il colpo più forte ogni tanto aumenta l’attenzione e l’erotizzazione del soggetto frustato, e che, a parte la sculacciata sulle ginocchia, gli strumenti vanno sempre usati sia da destra che da sinistra con eguale numero di colpi per non segnare in modo non omogeneo e far sopportare i colpi in modo non uniforme.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Quirt è la frusta corta che prediligo, per la sua manovrabilità e la capacità di essere dura o tenera a seconda del modo in cui si usa. Le fruste corte sono vere e proprie estensioni del braccio e vanno usate con questa ottica: carezzare o colpire come si colpirebbe con una mano. Le due estensioni di cuoio spesso e coriaceo fanno del quirt la frusta tipica con cui si fa “il culo a strisce”, perché ogni colpo può lasciare un bel segno a forma di striscia singola o doppia…Qui la sensazione è prevalentemente di puntura (sting) perché il cuoio striscia colpendo e scalda la pelle solo in superficie, senza fare lividi. Si usa con movimenti da destra a sinistra e viceversa o dall’alto in basso e viceversa, con la possibilità di colpire con precisione il punto prestabilito con delicatezza o con forza, caricando quando necessario il manico flessibile. Si può anche muovere con il classico movimento a otto, ma in questo modo può fornire solo colpi carezzevoli, che non lasciano segni. I tipici segni a strisce, possono durare settimane se dati con forza e talvolta possono creare punti rossi in cui alcuni capillari si rompono la pelle è quasi portata alla rottura e quindi durare a lungo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Lingua o Coda di Drago è una frusta di origine orientale appositamente creata per il BDSM, che permette di lasciare segni spettacolari senza eccedere in sadismo. Bisogna pensare che va usata con precisione perché altrimenti la sua punta, che è la parte che acquista maggior forza cinetica nel colpo, potrebbe lasciare forti segni sui fianchi che sono più delicati e sensibili. Il colpo viene caricato dal manico flessibile, quando presente, mentre la versione con manico corto rigido è anche adatta alla sculacciata sulle ginocchia per la sua maneggevolezza. Anche qui la sensazione è prevalentemente di puntura (sting) perché la frusta striscia colpendo e scalda la pelle solo in superficie, senza fare lividi. Si usa portando colpi da destra a sinistra e viceversa o dall’alto in basso e viceversa. Il suo schiocco sulla pelle è tipico del colpo andato a segno in modo corretto, ed a seconda della forza usata può solo accarezzare o lasciare un segno rosso duraturo. I segni rossi, dalla tipica forma triangolare o a rombo, possono durare anche qualche settimana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo Strap, di cui il Tawse è un particolare tipo, è uno strumento che si può usare anche per la sculacciata per la sua dimensione ridotta, ed a seconda dello spessore e della durezza del cuoio usato assume una funzione maggiormente punitiva. Qui la sensazione è prevalentemente di botta (thump) con possibili lividi in base alla forza applicata. Lo strap può essere anche molto morbido, in Inghilterra se ne fanno di pelle di agnello, particolarmente morbida, la cui funzione è quella di scaldare la parte colpita ed arrossarla, magari in preparazione di uno strumento più cattivo. Possono essere strisce semplici o ripiegate e quindi doppie, e producono un forte rumore al contatto con la pelle. Quelli di un certo spessore possono produrre anche segni e lividi significativi ed una forte sensazione composita tra sting e thump., talvolta difficile da sopportare. Il Tawse è solitamente molto rigido e particolarmente duro, un tempo si usava in Scozia in ambiente scolastico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Paddle può essere di cuoio più o meno rigido o di legno, chiaramente il legno lascia lividi e la sua durezza è adatta solo ai palati masochisti, qui il rischio che la pelle si rompa è sensibile, in base alla forza dei colpi ed alla delicatezza della pelle. Esistono anche paddles con una faccia di cuoio ed una di pelliccia sintetica morbida per alternare durezza e carezze erotizzanti…La sensazione dominante è il thump ed i lividi i segni conseguenti. Anche il paddle può essere usato nella sculacciata, se deve essere correttiva o comunque dolorosa, ma naturalmente chi vuole solo erotizzare il gioco saprà usare la giusta forza per non provocare danni ma solo eccitazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Crop è uno strumento particolare, che per la sua direzionalità e delicatezza può essere usato con soddisfazione soprattutto sul sesso, sia maschile che femminile, ma se usato con forza è adatto anche ad una verberazione cattiva. La sua punta in cuoio, gomma o altro materiale, fa l’effetto dello strap, in proporzione, con un forte rumore, specie se è ripiegata su se stessa, quindi doppia. Strumento tipico nella iconografia delle Mistress, condensa l’idea di stile e sadismo, adatto soprattutto per erotizzare, molto comodo, data la sua lunghezza, per raggiungere punti non a portata di mano…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Rebenque, come la Cinghia sono lunghe strisce di cuoio più o meno spesso e rigido, come per lo strap, se di un certo spessore possono produrre anche segni e lividi significativi ed una forte sensazione composita tra sting e thump, talvolta difficile da sopportare ma sempre molto intrigante. La cinghia è poi un accessorio maschile abituale ed anche l’azione di sfilarla dai pantaloni crea una gustosa aspettativa in chi la deve subire. Aggiungo che, forse per la diffusione dello strumento e la sua appartenenza all’immaginario collettivo della “punizione”, è lo strumento solitamente più gradito dai sub, anche se temuto per il suo possibile uso intensivo. Può essere usata ripiegata anche nella sculacciata, dove solitamente riveste il momento più impegnativo per chi riceve. Il Rebenque è uno strumento sudamericano usato per dirigere il bestiame, che presenta solitamente una faccia liscia ed una ruvida, fatto di cuoio crudo duro e pesante, con un manico metallico pesante, non può essere una carezza, perché solo per smuoverla necessita di una discreta forza.

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