Cenni di fisiologia del dolore
Pur non essendo competente in medicina o psicologia, sono sicuro che si riesca a condizionare il fisico a reagire ad un qualunque stimolo in maniera sensuale, erotizzando l’azione, che sia dolorosa o meno. Ricordo il famoso esperimento di Pavlov che, suonando un campanello ogni volta che dava da mangiare al suo cane, lo condizionò alla salivazione ogni volta che sentiva il suono del campanello.
E’ una cosa certamente più complicata e contorta, ma ogniqualvolta si riesce a creare la giusta atmosfera morbosa di sensualità, il gioco è fatto, che si tratti di una scena dolorosa o meno, che faccia riferimento ad una emozione del passato che attiva la libidine, la paura, l’umiliazione o la vergogna, comunque mette in circolo una reazione fisiologica, che se ben governata porta ad un forte godimento.
Il gesto della sculacciata o il colpo di frusta fa affluire una buona quantità di sangue ai genitali, e questo aumenta automaticamente l'eccitazione.
Il meccanismo della sensibilità al dolore mette in circolo molte sostanze, tra le altre le endorfine (che permettono l’erotizzazione del dolore) e l'asse ormonale detto corticosurrenalinico: l’adrenalina (detta anche l’ormone del pericolo, che ci prepara a “lottare ed agire”) ed il cortisolo (detto anche ormone dello stress, che può diminuire le difese immunitarie e favorire la depressione). Il ciclo di reazione endorfinica impiega circa dieci minuti per compiersi, questo è il tempo in cui il riflesso nervoso centrale al dolore di qualsiasi tipo viene elaborato e neutralizzato dall’emissione di queste sostanze che quindi innalzano la soglia del dolore.
Se si usano strumenti verberatori stimolando con moderazione e continuità, il dolore viene in questo lasso di tempo tramutato in piacere e si potrà applicare una stimolazione con un’intensità maggiore, che a sua volta sarà neutralizzata, e così via, fino a livelli in cui la incolumità dei tessuti non suggerisca di fermarsi.
Con un certo ritardo e quando il livello endorfinico continua a salire, anche l’adrenalina ed il cortisolo cominciano a salire, come quando il nostro sistema nervoso si trova in presenza di un pericolo a cui il fisico deve essere in grado di fare fronte.
Se dopo i primi minuti si aumenta improvvisamente l’intensità dell’azione, si fa rilasciare la dose di endorfine di riserva sempre presente nell’organismo. Mantenendo la stimolazione per altri cinque minuti e poi di nuovo aumentando improvvisamente l’intensità, si costringerà l’organismo al rilascio di una nuova dose di endorfine portando la soglia del dolore al livello 2, e così operando si potrà salire gradatamente anche fino ad un livello 5 senza grossi pericoli. Al livello 3 il sub è in uno stato di coscienza un poco alterato. Al livello 4 sarà decisamente alterato e i colpi più forti genereranno oltre a lamenti e gemiti di piacere anche movimenti scomposti ed il sub si sentirà molto sottomesso. Eventuali giochi sessuali dovrebbero essere fatti entro questo livello perché ai livelli superiori il sub perde concentrazione e non sarebbe più capace di reagire correttamente (ad esempio il maschio potrebbe perdere l’erezione) per entrare in una fase di trance detta subspace.
Al livello 4 o 5 il sub è in uno stato completamente alterato di coscienza e ha una apparenza rilassata, molle, non è più in grado di capire o di articolare parola: generalmente ci si ferma anche prima di questo stato, anche perché l’adrenalina che nel frattempo viene rilasciata tende ad allungare i tempi di reazione e a rendere più complicata la comprensione della situazione al dominante. A questi livelli diventa difficile giocare e per fare uscire il sub da questo stato si deve agire con dolcezza e determinazione, come per farlo uscire da un trance.
Non mi soffermerò di più su questi meccanismi, perché la prudenza e le normali esigenze di chi gioca non si debbono spingere a questi livelli, invero pericolosi se non si ha esperienza con quello specifico sub, anche perché il sub a questo stadio deve essere immobilizzato in quanto potrebbe avere improvvisi movimenti bruschi, e nemmeno da lui controllati. Basti sapere che ci sono documentazioni americane che trattano la materia fino ad un livello 10 della soglia del dolore, ma queste sono esagerazioni che non mi sento di incoraggiare e che presuppongono una lunga aftercare per attendere il ristabilirsi dei corretti livelli di ormone corticosurrenalinico nel sangue, l’uso di coperte, l’idratazione con acqua zuccherata, eccetera, perché gli sbalzi del livello adrenalinico e la permanenza del livello cortisolico crea instabilità emotiva, paura, ed il sub deve essere rassicurato e mantenuto sotto continuo controllo ed esortato a rilassarsi.
Diciamo che potrebbe già capitare di arrivare in un livello 4 ad uno stadio di subspace o pre subspace, in cui si capisce che il sub perde il controllo di sé, ed è perciò bene fermarsi e cominciare una manovra di paziente aftercare per evitare possibili brutte esperienze.
L’aftercare evita il sub-drop, ovvero il senso di sconforto e leggera depressione che può seguire anche per giorni l’assorbimento del rush cortisolico, perché il cortisolo, a differenza dell’adrenalina non si distrugge in tempi brevi.