Duck-under  -  4 Marzo 2020

 

Sono stato di recente a Milano ed ho potuto perciò trafficare un poco con il mio plastico ferroviario. E’ sempre un piacere vedere andare i miei modelli, specialmente i più rari ed antichi, quelli in ottone, che una volta costituivano il top a cui con difficoltà i modellisti potevano avvicinarsi, visti i costi, piccole serie di cento/duecento esemplari costruiti a mano in oriente.

Quando il layout è in funzione c’è un ponte mobile che si abbassa per attraversare la porta di ingresso, e costringe perciò ad entrare carponi (duck under dicono in USA) impegnando i muscoli delle gambe.

Aggiungiamo che anche per accedere al locale dove tengo le slotcars è necessario accoccolarsi ed il conto dello sforzo ginnico è presto fatto.

Quando il plastico era in costruzione erano innumerevoli le ore passate in ginocchio o seduto su un basso sgabello per approntare le parti tecniche necessarie sotto il livello del layout, ma oggi che non sono più abituato, fare un centinaio (forse più) di flessioni sulle gambe per abbassarsi, in pochi giorni, mi ha lasciato un bel indurimento dei muscoli e qualche doloretto trascurabile, compensato dai bei ricordi...

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